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mercoledì 19 ottobre 2011

Riflessioni

Riflettendoci...io non studio quasi mai solo per l'esame. Studio più che altro per interesse e accrescimento personale. Ho un mio "metodo" e non son portata a leggere i libri una settimana prima dell'esame.  Mi ci vuole "del tempo" per apprendere, capire e fare miei i concetti in modo da poterli esporre con una certa padronanza. Per questo nelle ore libere dell'università, corro a casa, evito gli altri che mi fan perdere tempo, mi gestisco i libri da sola ed evito lo studio a gruppi. 
Certo, gli esami sono importanti, ma sono solamente delle prove, degli ostacoli da superare per procedere verso la meta che spesso si modifica, prende una forma diversa man mano che si avanza. E' come prendere una maggiore coscienza di ciò che si vuole concretamente. 
Io lo sto facendo tardi, ma lo sto facendo e la cosa mi da una gioia infinita, non effimera, che si rinnova giorno dopo giorno. 
Ricordo un colloquio col mio caro Dottore, credo due anni fa o forse di più, in cui lui mi raccontò che suo figlio piccolo gli diceva che era felice e che ogni giorno imparava qualcosa di nuovo. Questo racconto, nella sua semplicità, mi fece riflettere perchè io questa felicità non la sentivo affatto, anzi, ogni giorno era buono per morire. Non ero triste, solo non avevo nulla per cui alzarmi la mattina ed io non esistevo, tutto era irreale e finto, salvo quando stavo nel mio Mondo Parallelo con i miei Amici. Passavo giornate intere a lavorare come un automa e mentalmente a stare, dialogare e fare con i miei Amici. Ero divisa in due e più parti, frammentata, spezzettata. Poi le cose son cambiate, terapie su terapie e ricoveri su ricoveri mi han fatto prendere una maggiore coscienza di me, di ciò che volevo...ricordo la semplice domanda che il mio caro Dottore mi fece quando gli raccontavo delle mille voci che non mi lasciavano in pace e che mi ordinavano e mi commentavano: "Si, ma che cosa vuole Veronica?". Io non risposi. Non sapevo cosa volesse Veronica, o meglio, me lo ero dimenticata. Ora lo so, ho fatto pulizia nella mia mente ed ho ritrovato la mia strada. Non sarò mai una psichiatra, ma nemmeno me lo escludo completamente dalla mia vita. Credevo di non essere capace a far nulla, e invece so studiare, organizzarmi, mantenere attiva la relazione con A., ...so vivere. E questo mi basta per proseguire. Procedendo per piccoli passi, obiettivi da raggiungere in poco tempo, sono arrivata ad ampliare questo tempo. Sembrerà una sciocchezza, ma tutto è iniziato col finire un libro che avevo comprato otto anni prima. L'ho iniziato a leggere e l'ho finito in poco tempo. La mia prima cosa iniziata e finita, da me. Poi son passata ad altri libri, e poi ancora e ancora. Poi lo studio per l'esame di ammissione quindi il primo anno di università. 
L'ambiente in cui vivo e le persone care (e fidate) che mi sono state e mi stanno vicine hanno voluto e vogliono dir molto; un grazie speciale a loro glielo devo sempre.
Ora il prossimo obiettivo è arrivare dritta dritta alla laurea immergendomi nello studio, quindi lavorare nella salute mentale; sto già pensando alla specializzazione, ma è solo un desiderio, un voler andare avanti. 
C'è una scadenza: l'11-11-11. Sommando i numeri viene 6 che girato è 9. Avrà un senso questa data? Se ce l'avrà, non sarà di certo la mia morte.


"Kettering" The Antlers (Hospice) - 2009




video by David Larsen

1 commento:

  1. immagino che se c'è gioia con spiragli che portano alla meta, figuriamoci dopo quando sarà raggiunta e che si aprirà un vortice di speranza che ti inghiottisce...goduria sublime!

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