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giovedì 29 aprile 2010

Quarto ricovero - terzo e quarto giorno

Cari lettori, scusate l'assenza.
Ultimamente ho avuto delle cose da fare, tipo...seguire le psicoterapie con cervello; tipo...continuare,con più convinzione, la ricerca di un lavoro che mi permetta di sopravvivere; tipo...impegnarmi nella selezione per un corso gratuito per operatore portatori di handicap; tipo...cercare di vivere come un persona "normale"; tipo...fissare il Vuoto...l'aria...
Ogni fallimento è un colpo, un duro colpo che difficilmente lascia la mia mente e il mio corpo illesi. 
Si preannuncia un quinto ricovero? O meglio, la mia reale fine (finalmente!)?
Mah...in fondo ogni sforzo di sopravvivenza sembra vano. Nulla da risultati, neanche il più piccolo.
Il mio ragazzo e il mio caro Dottore mi sono vicini. Certo, li vorrei sempre con me; vorrei passare più tempo con A. e avere più colloqui con il Dottore. Forse chiedo troppo.
Le giornate sono caratterizzate dal SILENZIO.
Nel frattempo continuo a riportarvi i frammenti di diario relativi al quarto ricovero. Spiacente per i contenuti, magari poveri, e lo strambo modo di scrivere, ma abbiate pazienza, sotto effetto, chi potrebbe scrivere decentemente?.

Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi.


"Mercoledì 23 settembre 2009

Basta medicine, basta tutto! Se oggi A. viene a prendermi, cercherò di vivere una vita sana il più possibile. Mi dedicherò alla casa, al lavoro e ad A.
NON VOGLIO PIU’ STARE QUA' DENTRO.
BASTA OSPEDALE.
BASTA RICOVERI.
Io l’avevo detto che questo era un mese maledetto.
Quarto ricovero per non si sa che motivi.
Non riesco a leggere e a scrivere. Sto male, le ferite del legaggio al letto mi fanno male, mi fanno male anche i muscoli, tanto tutta la notte mi sono agitata ed ho urlato. Per la dieta dovevo entrare in ospedale, ho giusto buttato giù qualcosa ieri perché me lo ha offerto il mio caro Dottore; una sorta di succo di frutta o frullato vitaminico.
Ok smetto, non connetto le parole. Preferisco staccare, sono sicura che alla fine di tutto qualcosa di buono di scritto ne trarrò; mi basta appuntarmi le cose sui fogli del giorno, anche se qui, a dir la verità, i giorni son tutti uguali.


Giovedì 24 settembre 2009

Gli psichiatri non fanno altro che il loro lavoro. Passano per il giro visite: due secondi per dir loro come stai e finito, medicinali et voilà! il loro compito della giornata è fatto. Tutto il resto del giorno sei SOLO. Ma io non mangerò, ho deciso, non possono obbligarmi a farmi fare tutto ciò che vogliono. Manco una birra! Uscirò da qui come uno zombie, già mi vedo; le faccende di casa saranno insormontabili. Sarò pure disoccupata.
Non vedo l’ora di uscire, sto malissimo e una volta uscita non MI CURERO’ PIU’ (merda, non riesco a leggere e a scrivere!). Fortuna Moio Moio (lo storico orsacchiotto) e il mio peluches per dormire (dormo praticamente tutto il giorno con loro vicini) e il mio cellulare sotto, non si sa mai.
Ps: ore 11.30 e i dottori non sono ancora arrivati.
INDIFFERENZA E DISTACCO.
IL CIBO NON PUO’ COLMARE IL VUOTO e loro lo sanno, ma sembra che qui a nessuno gliene freghi qualcosa, basta somministrare psicofarmaci e via, lavati la coscienza.
Sono poi arrivati gli specializzandi…che merda, no comment. Con loro non ci parlerò più, parlerò solo ed esclusivamente col mio caro Dottore.
Ore 12.30 – tra poco iniezione di Tavor (da 4 ml, credo)
L’unica cosa che voglio fare qui dentro è dormire per non soffrire. E intanto non mangio; al più quando viene A., ma qui, io da sola, proprio non toccherò cibo; sono arrabbiata, arrabbiatissima ma non posso descriverlo perché è troppo. La violenza risposta con la violenza non porta a nulla e se ora sono scontrosa con gli specializzandi non c'è chiedersi il perché. Se e quando tornerò a casa, mi metterò al lavoro nel pc per scrivere. E intanto, anche se ora non scrivo, le emozioni non si dimenticano; parlerò solo col mio caro Dottore e con A., per il resto me ne starò in SILENZIO.
Ps: speriamo che a casa il flacone non l’abbia trovato A., per la birra se l’ha gettata, pazienza.
E poi l’anno scorso ne sono uscita con 74 chili, quest'anno ne vorrei uscire con 54 (poi se è meno pazienza). Solo caffè, cappuccino e un po’ di cibo quando c’è A., stop. Ah ah! Uscirò da qui che sarò un figurino. Se riesco, dopo leggo (mannaggia la mente assonnata…a casa non era così, divoravo i libri ed ero sveglia).
Ps: solo perché non voglio il Depakin non mi fanno uscire, che stronzi!
Ore 15 circa – terapia 20 gocce di Tranquirit (diazepam) + cappuccino (che buono che era, ora me lo farò prendere sempre per il pomeriggio).
Ho un sacco di idee, ma la mente è atrofizzata e i caffè che prendo sono decaffeinati (…meglio di nulla).
Torno a dormicchiare.
Ma quanto vorrei essere davanti al mio pc e scrivere. Quel che più mi da fastidio è che non riesco a leggere, gli occhi sono pesanti, le palpebre di piombo. Ma no, devo resistere, come quando dovevo allenarmi per correre sempre di più. No, questo ricovero non mi distruggerà, né mentalmente né fisicamente (spero di non parlare così ora perché mancano solo tre giorni al ciclo, quest’ultimo speriamo non sia abbondante: mangio poco, e spero duri poco).
Non c’entra nulla ora, ma…non posso neanche fare i colloqui con la Dottoressa di prima. Perché? Vacci a capire qualcosa!
Cena: purè, n.2 prugne"

Foto del mio armadietto in reparto in cui ci sono scritte le regole mie e quelle dettate dalla Voce, nonchè il fatto che parlo SOLO col mio Dottore

 




sabato 17 aprile 2010

Quarto ricovero

Premessa
Avendo iniziato a descrivere la mia vita, le mie emozioni, i miei stati, ecc...a partire dal 2009 inserendo, ogni tanto, pensieri e fatti attuali, di seguito troverete ciò che è avvenuto durante il quarto ricovero, o almeno, ciò che ricordo di esso, giusto per essere coerenti con la linea seguita. 
Ho un progetto in testa, circa la realizzazione e il seguito del blog, per cui credo che, forse, un giorno, troverete qui descritti anche gli altri tre.

Buon proseguimento di lettura!



"Lunedì 21 e martedì 22 settembre 2009

Colazione: caffè
Ore 8.30: Tennents, Tennents, ecc…
Alle ore 13.30 appuntamento col Dottore e A. viene con me.
Terminato il colloquio, dove io non riesco a parlare di nulla di ciò che avevo preparato nel mio solito foglietto, arrivati al parcheggio dell’ospedale, dico ad A. in maniera alterata (ancora oggi mi domando il perché l’ho fatto!) che una volta a casa mi sarei uccisa.
A. non fa altro che portarmi al pronto soccorso dove immediatamente vengo “accolta” dal Dottor B., altro psichiatra, di turno quel pomeriggio.
Amnesia.
A. dice che ho fatto un casino, che ho urlato, che ero violenta, che mi son messa seduta a terra ed ho iniziato a “mangiarmi” il Tavor (ma ero stupida? Proprio davanti a lui???) che avevo in borsa. Quindi il Dottor B. (questo lo ricordo) diceva che mi avrebbero fatto la lavanda gastrica; quindi riescono a farmi sputare qualche compressa.
 Amnesia.
Arriva il mio Dottore, il mio caro Dottore, fuori orario di lavoro (probabilmente chiamato d’urgenza dallo psichiatra di turno), totalmente privo della sua "tenuta da lavoro”, che non fa altro che ricoverarmi. Arrivati al reparto con la sedia a rotelle, sbatto ovunque, tiro calci, nella sala della televisione butto via tutto ciò che c’è sul tavolo e, nella stanza numero tre, cerco di rompere con dei pugni lo specchio del bagno.
Amnesia.
A tratti ricordo che mi hanno legata al letto fino la mattina dopo.
A tratti ricordo che mi facevano delle iniezioni intramuscolari di non-so-che-cosa per calmarmi, togliermi le allucinazioni e farmi dormire (in seguito nella cartella clinica leggerò Talofen, oltre ai soliti altri psicofarmaci).
A tratti ricordo che urlavo come una dannata perché, ovviamente, non volevo essere legata. Urlavo il nome di A., di G. lo specializzando (che ogni tanto entrava nella stanza, lo riconoscevo, vestito di verde e i suoi capelli biondi, come piacciono a me), il mio Dottore (non sapevo che il ricovero lo avesse voluto lui)…e chissà quali parole sconce alla dottoressa di turno e agli infermieri; parole che in condizioni normali, non avrei mai pronunciato (in seguito la degenza, vengo a sapere proprio da G. che quella sera mi son comportata come, parole sue, una ragazzina ribelle di quindici anni).
A tratti ricordo che la visione delle ombre nel soffitto della serranda unite al rumore delle cinghie del letto, mi faceva sembrare di avere due gambe di ferro, lunghe e fine, e la cosa mi metteva paura e allora urlavo aiuto! aiuto!…ma solo io sapevo per che cosa…
E pensare che la mattina era iniziata bene: pulizie di casa, spesa, panini per A. che venendo con me in ospedale non aveva poi il tempo di pranzare a casa, il grande acquisto della borsa nera (di cui non ricorderò assolutamente di aver fatto se non che una volta rientrata a casa) e poi tanta, tanta buonissima birra che spero di tornare a gustare una volta uscita da questo posto maledetto (prima lo amavo ora lo odio, la violenza sulle persone non va mai effettuata).
Durante la notte le infermiere mi chiedevano se dovevo andare in bagno. In effetti con tutta quella birra e considerata l’ora, mi scappava un sacco, ma l’idea che avrei dovuto pisciare nella padella, la vescica mi si ritraeva. Mi sembra un’azione, quella di pisciare nella padella, da vecchi rincoglioniti ed io mi rifiutavo ogni volta che mi presentavano quell’oggetto. Avrei preferito farla a letto (dissi, me lo ricordo) come facevo alle elementari!
La mattina dopo mi slegarono per andare in bagno (anche questo me lo ricordo a tratti) e poi mi rilegarono. Ricordo che il mio Dottore venne nella mia stanza e mi diede da bere un frullato (casualità? proprio un frullato com'ero abituata a casa??? ...e poi mi chiedo come mai mi sia affezionata a lui...) di vitamine e altri nutrienti al gusto di banana (visto che era dalla sera del 20 che non toccavo cibo). Da prima mi rifiutai, poi, con la cannuccia, bevvi l’intruglio (unica cosa ingerita in tutta la giornata del 22) aiutata da un infermiere (ero ancora legata). Il resto della giornata non lo ricordo bene.
A. mi dice che la sera del giorno del ricovero, era andato via dal reparto alle ore 20 e che il giorno dopo venne per portarmi dei vestiti per potermi cambiare e fare una doccia (ricordo che il mio Dottore sottolineò il fatto che ancora avevo gli stessi sporchi vestiti del lunedì). 
Forse martedì mi son fatta una doccia (non me lo ricordo assolutamente, anche se sono certa di averla fatta) e ho dormito tutto il giorno."


Forse per questi due giorni dovrei chiedere ad A. una collaborazione descrittiva di quanto è accaduto.

Quello che seguirà è ciò che ho scritto, giorno per giorno, nella mia agenda, durante il ricovero dentro il reparto di psichiatria. 
Riporterò senza apportare alcuna modifica.




"Another Day" AIR (Talkie Walkie) - 2004

 

giovedì 15 aprile 2010

29 - Frammenti di diario

"Giovedì 10 settembre 2009 (SILENZIO)

Colazione: solita con orzo, caffè
Pranzo: frullatone
Cena: n. 2 svizzere, insalata


Venerdì  11 settembre  2009

Prego che i miei due Dottori mi accolgano tra le loro braccia, per potermi sentire protetta, sicura in ciò che farò e amata.
INDIFFERENZA
Colazione: latte, orzo, Special k, caffè
Pranzo: riso con n.2 formaggini Mio, fagiolini, caffè (al lavoro)
Cena: pomodori conditi con mozzarella, olive, carote, ecc…
Dopo cena….GELATO!
Ho mangiato troppo; oggi il riso doveva esserci. Domani DEVO correre.
Mi sono concessa il gelato, ma il VUOTO è sempre lì…..BASTA VERONICA CON I DOLCI!!!


Sabato 12 settembre 2009

Colazione: solita con orzo, caffè
Corsa al campo: 50 minuti.
Pranzo: sedanini con ricotta, fagiolini, caffè
Cena: rotolo (con prosciutto cotto Praga, spinaci, grana padano e mozzarella)
Ore 23.40 – una cpr lorazepam (Tavor, per ricordarmi il nome) da 2,5 mg…era necessaria


Domenica 13 settembre 2009

Colazione: frullato, caffè
Pranzo: minestrone
Giornata assonnata, atteggiamento indifferente.
Ho pianto.
A. domani viene con me dalla Dottoressa.
Ore 18 – n. 2 cpr diazepam (Vatran) 5+5 mg
Dormito dalle 18.30 alle 19.30
Cena: petto di pollo con le patate
Ho paura di rilassarmi troppo e di dormire.


Lunedì 14 settembre 2009

Ore 13 colloquio con la Dottoressa.
Amnesia…ricordo di aver parlato dell’ultimo colloquio con il Dottore; A. era con me.
Ho mangiato troppo, forse….per coprire questo VUOTO maledetto!
Birra, birra a fiumi…alla fine non ho cenato (nel pomeriggio ho vomitato SANGUE…è normale ?!?)


Martedì 15 settembre 2009

Nulla da segnalare, soliti cibi…una birra prima di andare al lavoro nel pomeriggio, era indispensabile.


Mercoledì 16 settembre 2009

Solita colazione, pranzo e cena nella MIA norma.
Una bella birra prima di andare al lavoro nel pomeriggio (peccato non possa più portarmi la grappa al lavoro, ho paura di peggiorare troppo…poi gli psicofarmaci il Dottore se li sarebbe dovuti inventare…)
Ore 12.30 – una cpr di lorazepam (Tavor) da 2,5 mg


Giovedì 17 settembre 2009

Niente lavoro fino al 28…malattia!
Solita colazione.
Tagliati i capelli tipo Winona Ryder, una delle mie attrici preferite, (a dir la verità così li portai anche durante le superiori). Così non devo più pensarci, anche se dovrò andare spesso dal parrucchiere per il taglio. Ho la testa libera, sono “scapigliata”, sono Mark. La cosa buffa è che non l’ho fatto per estetica, ma per praticità. Posso essere sempre spettinata così…è una figata! Ah! E poi non devo guardarmi allo specchio (paradossale ma è così, spettinato è la mia pettinatura…).
Oggi è nata Veronica-Mark! L’aspetto di Mark con la testa di Veronica (DAI VERO! GUARISCI!).
Finalmente  dopo trent’anni l’aspetto che vuole Veronica.
Ore 18 – una cpr di diazepam + due Tennents
Cena: orata, insalata



Venerdì 18 settembre 2009

Colazione: frullatone, caffè
Pranzo: mozzarella, zucchine e patate cotte, uva
Cena: rotolo


Sabato 19 settembre 2009

Colazione: caffè
Ore 11.15: Paulaner
Pranzo: riso con formaggino Mio
Ore 16: Tennents
Siamo andati al Mercato delle Pulci di ***: mah…nulla di che…Via in città per la Notte Bianca! Comprato un portachiavi assurdo (€ 3,50) per le chiavi di casa come ricordo della serata e, dopo aver mangiato tre pezzi di pizza lungo le scale di Piazza del ***, ho preso un bicchiere di Tennents (il bicchiere era di vetro che, manco a dirlo, mi son portata a casa). Serata tranquilla, sono stata bene. A. ha incontrato un suo amico “alternativo” e i suoi cugini.


Domenica 20 settembre 2009

Colazione: caffè
Oggi sono uno zombie…
Pranzo: minestrone, uva, caffè
Ore 15: birra Cannabis
Ora 17.20: una cpr di diazepam (Vatran) 5 mg
Cena: carne macinata con limone, insalata
Ore 21.30: una cpr di lorazepam (Tavor) 2,5 mg"


"One More Time/One More Dub" The Clash (Sandinista!) - 1980

domenica 11 aprile 2010

28 - Frammenti di diario

"Mercoledì 9 settembre 2009 (09-09-09)


Come lo devo descrivere questo sogno? Bhò…non ci voglio pensare, non so se è un bel sogno…non so com’era il sogno visto che in parte non me lo ricordo, però il Dottore c’era, e si prendeva cura di me, di questo ne sono certa. Non ci voglio pensare, vorrei solo il Dottore più vicino a me e basta.
Oggi non voglio pensare a nulla, tanto qualsiasi cosa mi venga in mente sarebbe di dubbia interpretazione da parte mia.
SILENZIO.
Colazione: solita
Siamo tutti e due a casa; in mattinata siamo usciti per delle commissioni; nel pomeriggio forse A. andrà a prendere la sua “nuova” macchina: eh si perchè l'altra si è distrutta in un incidente avvenuto il 9 luglio di quest'anno (09-07-09). A. per fortuna, non si è fatto nulla.
Pranzo: pomodori conditi con mozzarella, carote, olive e mais; caffè
Ore 15.30 – una compressa di Vatran e una Beck’s
Ora sto un po’ meglio. Ne vorrei un’altra, di Beck’s, ma mi devo accontentare, c’è A. in giro.
Ho “deviato” la sorte? Se il male DEVE accadere, accadrà. A giorni arriverà la ricetta per il Tavor.
A proposito! In Russia oggi ci sono stati un sacco di matrimoni! Perché? Bhe, a questa strana data non ci ho fatto caso solo io, molti, là, hanno pensato fosse più significativo sposarsi con questa bella combinazione. Oh che poi al rovescio è il simbolo di Satana…"

giovedì 8 aprile 2010

27 - Frammenti di diario

"Giovedì 3 settembre 2009 (SILENZIO)

Colazione: solita
Merenda: caffè (al lavoro)
Pranzo: frullatone
Merenda: caffè (al lavoro)
Cena: petto di pollo e patate a dadini
Giornata piena di indifferenza verso il mondo.
Alle ore 12 circa ho preso una compressa di Vatran.
Ps.: ieri, alla fine ho comprato un nuovo cellulare; non ho speso molto ed ora mi sento più al sicuro con quello che funziona bene.


Venerdì 4 settembre 2009 (SILENZIO)

Oggi lavoro di pomeriggio (come da orario).
…continua l’indifferenza più che mai; c’è una barriera tra me e il resto del mondo. L’ho rialzata, come era una volta, così non soffro e le decisioni sono meno influenzate. Resta comunque lo schifo per tutto (per la società, per la mia vita priva di senso, …), anche se filtrato, appunto, da questa barriera.
A casa, però, sto bene, molto.
A. è sempre più dolce con me; io vivo solo per lui.
Colazione: frullatone + caffè
Pranzo: mozzarella condita con pomodori e carote, uva
Merenda: caffè (al lavoro)
Nell’indifferenza non soffro, la realtà è lontana, non la vedo, non la sento, non esiste proprio.
Non sento, non ascolto…
DISTACCO-INDIFFERENZA-SILENZIO
Vorrei essere coinvolta per guarire, ma vengo respinta, il mio mondo mi accoglie meglio; Mark e Hans sono sempre pronti a farlo.
Nessun coinvolgimento emotivo, se non che interiore.
Al Vuoto…meglio non pensarci, ma è lì, GROSSO come il cratere lasciato da un meteorite, circoscritto ma enorme . Oggi l’ho “compensato” con l’acquisto di due grosse tazze arancioni “Old Style” per la colazione e un grosso orso di peluches adattissimo per dormirci. Entrambi gli oggetti da aggiungere alla già “numerosa” collezione di tazze e orsi (l’orso è il simbolo della città di Berlino…animale che ho sempre adorato, ovviamente prima di sapere di questa notizia; altro segnale).
Cena: bastoncini Findus (una delle poche cose industriali mangiabili…)
Dopo cena visto il film in dvd “Boys don’t cry”.


Sabato 5 settembre 2009 (SILENZIO)

Colazione: frullatone, caffè
E’ piacevole sapere che posso interrompere quando voglio. Mi da sicurezza e mi solleva.
In Moio Moio, il mio storico orsacchiotto, è racchiuso tutto il mio dolore nel vivere sin dalla nascita e non potrà mai essere svelata la causa perché non può parlare. Ed io continuerò a soffrire come una dannata. Ma una soluzione c’è…
Pranzo: insalata di riso, uva e caffè
Ore 16.30 – una compressa di Vatran
Cena: polpette, insalata, pera
Ore 22 – una compressa di Vatran
Penso ai Dottori, ai miei due cari Dottori, ma loro…pensano a me?


Domenica 6 settembre 2009 (06-09-09)

Colazione: frullatone, caffè
Peso: 59,5 kg….troppi.
Occorre assumere una certa quantità in più di Valium per mantenere alta questa indifferenza, e il mondo ti tocca sempre meno.
Lunedì devo telefonare il medico di famiglia per farmi prescrivere il Depakin…e se ci aggiungessi anche il Tavor da 2,5 mg? Così per le crisi sarò a posto, no? Così avrò “sostituito” il Dottore, no? Non lo vorrei, ma ne sono costretta.
Pranzo: minestrone, uva, caffè
Il minestrone mi mette di “buon umore”, è un cibo “giusto”, mi fa star bene.
Telefona la madre di A.: questa sera, per la festa del mare, si cenerà al solito posto al porto (come tutti gli anni)…spero di riuscire a non mangiare, a non avere settemila domande sul perché non voglio mangiare, perché non avrò ASSOLUTAMENTE voglia di dare spiegazioni (“mi fa male lo stomaco” questa è l’unica che darò). Non ho voglia di farmi fuori i soliti mega panini con del prosciutto ultra grasso e/o con la porchetta, NO! NO! Quelli, sono cibi “sbagliati”. Se c’è e se mi andrà, mi mangerò un bel gelato artigianale.
Ore 13.30 – una compressa di Vatran
Ore 16 circa – ora vado a leggere e magari a riposare un po’, mi sento stanca.

Diet weight loss

Lunedì 7 settembre 2009 (SILENZIO)

Colazione: solita
Merenda: due caffè al lavoro
Pranzo: frullatone, 9 Hit
Merenda: due caffè
Ore 17.30 – una compressa di Vatran
Cena: fettina, insalata, pera
No! Il titolare non farà piangere anche me come ha fatto con il rappresentante! No! Io sarò forte e gli risponderò, non può fare così con tutti i dipendenti e trattarli di “passaggio”. NO!


Martedì 8 settembre 2009 (SILENZIO)

Colazione: frullatone, caffè
Ho cambiato le lenzuola ed ho messo una coperta più pesante: questa notte, A. e l’orso, non erano sufficienti per scaldarmi. Ho pulito casa e fatto la spesa.
Merenda: frullatone
Zero pensieri per quella che gli altri mi passano per realtà, solo tanta indifferenza.
Io sto con Mark e gli altri.
Domani, 09-09-09 starò a casa, A. è con me.
Perché i Dottori non mi chiamano?
Vado a leggere.
Pranzo: frullatone, caffè (al lavoro)
Mi devo proteggere; devo vestirmi in modo protettivo. Porto con me uno dei miei orsi.
Mi incido nella mano destra il Simbolo; lo ripasso col taglierino per decoupage, poi ancora col pennarello nero. Pizzica, va bene così. Mi devo proteggere. Segno le sue iniziali: GS.
Al lavoro non combino nulla…per fortuna che navigando in internet non posso naufragare. O forse si?
Cena: merluzzo con pomodoro e olive"

Il Simbolo


venerdì 2 aprile 2010

26 - Frammenti di diario (spiegazioni e riflessioni)

"Mercoledì 2 settembre 2009

Ore 8.20 – a casa
Questa mattina mi sento stravolta, come se avessi ripetutamente sbattuto la testa contro un muro, come se qualcuno mi avesse massacrato di bastonate e violentato la mente (come faccio a saperlo, ho dei ricordi in merito???...purtroppo credo di si…per questo vorrei morire); gli occhi sono ancora gonfi, la mente sballata. Se sto “troppo male” c’è il diazepam.
Guardare il mondo con indifferenza, questa società che non ti considera, è la miglior strategia, anche se la reputo per certi versi sbagliata perché non porta a nulla, porta solo a innalzare un muro contro tutto.
Appiattimento emozionale per non soffrire (non lo so se è un buon metodo, ma a me, ora, viene in mente questo, oltre che stare con i miei amici).
Indifferenza verso questi quindici giorni di Vuoto assoluto, senza Dottori (…ma la Dottoressa non mi aveva detto che il nove il Dottore c’era??? Ma che cavolo, non ricordo più nulla???? Me li devo registrare i colloqui???).
Sono in lutto, mi ritiro nel mio mondo.
Ieri, forse, il Dottore mi ha fatto “arrabbiare” perché quando gli ho riferito del Vuoto che lui colma, che non so come sostituirlo se non che con gli eccessi che conosco (che però non mi portano da nessuna parte), lui mi ha dato due Tavor. DUE SEMPLICISSIMI TAVOR!!!
Volevo altro, è vero, un’altra risposta più “umana” che chimica; per questo mi è balzato nella mente di abbandonare tutto, Dottori e psicofarmaci.
Poi si, lui mi ha detto che il percorso di psicoterapia E’ LUNGO, ma che in quel momento la soluzione migliore era “tranquillizzarmi”, appunto col Tavor.
Quando gli ho detto il perché in questi ultimi incontri mi comportavo così, lui mi ha chiesto se quello era un passo avanti ed io gli ho risposto di si, perché avevo “localizzato” il Vuoto, il punto del mio dolore (ma non ha parlato con la Dottoressa??!!?!?).
Io “semplicemente” non potevo sostituire quella Persona con uno psicofarmaco, poi son crollata del tutto perchè mi sono sentita respinta e abbandonata da lui, anche se, obiettivamente, il Dottore, dopo aver tentato di fissare tre appuntamenti, non credo abbia avuto più la “lucidità” per gestirmi, rimandandomi quindi ad un nuovo appuntamento (che mi dirà telefonicamente), dopo aver parlato con la Dottoressa.
Mi abbandonerà sul serio come nell’ultimo sogno? Forse no…lo spero con tutto il cuore.
E’ pur vero che io, ieri, durante il colloquio, ho iniziato a parlare come di solito faccio con la Dottoressa, tant’è che lui, subito, mi ha fatto notare che di quello ne avrei parlato durante la psicoterapia; con lui dovevo solo parlare di psicofarmaci (forse io ho preteso troppo…).
Ieri, prima del colloquio, mi ero già preparata alla crisi pomeridiana che di certo avrei avuto: dopo l’ospedale sarei passata alla Benetton per comprarmi un maglione di lana “ciccia” come simbolo di protezione e calore, poi sarei venuta a casa, avrei stirato, ma forse prima, avrei parlato con Mark.
E’ andato tutto storto perché il piacere che ho quando sto con il Dottore supera tutto il resto, che è comunque una “pezza” a quello che mi serve realmente. L’ho detto al Dottore che non avrei voluto tappare quel Vuoto con un chilo di gelato o con l’acquisto, ma lui non doveva rispondermi con due Tavor…o si? Mi ha poi richiamata nel suo studio per tranquillizzarmi, ma io oramai ero “partita di testa” e non ho voluto sedermi come a mantenere le distanze verso qualcosa che mi faceva star bene, ma che, contemporaneamente, avrei dovuto lasciare (come da piccolissima quando non volevo lasciare mia madre neanche per un istante, quando mi portava dalle suore; ho riferito di questo al Dottore che mi ha rimandata alla Dottoressa).
Alla fine, dopo che il Dottore mi ha accompagnata fuori dal reparto con la solita stretta di mano (io manco a guardarlo negli occhi, tanto stavo già soffrendo), ho parlato con G., uno specializzando, per quasi due ore. Lui mi ha spiegato le possibili ragioni del “fallimento” del colloquio avvenuto (lui non mi segue per cui mi ha parlato a grandi linee; mi è stato vicino fino a che non me ne sono andata) e che forse io stavo dando a degli eventi molto più significato di quello che dovrei, o che magari il Dottore stesso non li considerava affatto (si capisce ciò che ho scritto???). Forse è vero, io mi aspettavo troppo da questo colloquio, ma come lasciare “qualcosa” che ti fa star bene senza soffrire? Io questa cosa non l’ho mai avuta ed ora non vorrei perderla. Dovrò parlare con la Dottoressa il 14 settembre.
Non dovevano lasciarmi sola, non in questo periodo.
Non sapendo cosa fare, ora come in passato e di certo in futuro, vado a parlare con Mark ed Hans mentre svolgerò qualche faccenda casalinga. Oggi starò a casa, nessuna uscita, anche se ora, a pensarci, quel maglione “ciccio”…no! Non posso e non devo spendere.
A più tardi!

Ps.: E pensare che ieri avevo un sacco di cose da dire al Dottore…il lavoro, il sonno tormentato, ecc…ecc…

Lui non è mio padre, è vero; chiedo “solo” un contatto più umano…
Al prossimo appuntamento con il Dottore verrà anche A.,me lo ha detto lui, che caro…Ieri, sia durante le chiamate che al ritorno, mi ha sentita e vista veramente sconvolta, abbattuta, triste, disperata. Ieri l’ho chiamato un sacco di volte, tanto mi sentivo sola e abbandonata a me stessa.
DEVO RISOLVERE QUESTO VUOTO, ALTRIMENTI TUTTO CONTINUERA’ AD ESSERE IRREALE E SCOLLEGATO.
Ah! Ricordo che il Dottore mi ha detto che mi vedeva bene, io gli ho risposto che ero così “serena” perché forse avevo già deciso (lungi da me qualsiasi ipotesi di sfida nei confronti del Dottore); quindi lui mi ha risposto con un “allora che ci viene a fare qui”, “ti leggeremo nei giornali” e la cosa mi ha un po’ infastidita: ovvio che andavo lì per cercare di continuare a vivere, per chiedere aiuto, per aiutare Veronica. Possibile che ‘sta cosa non gli sia arrivata? Possibile che non abbia capito che DEVO aiutare Veronica sennò muore?
A. è la persona più umana e comprensiva di questo mondo. Ancora mi vuole bene nonostante la mia malattia…e se lo prendessi più in considerazione? Se non sano quel Vuoto c’è poco da fare, cercherò sempre in qualcuno la Persona per “coprirlo” (come è accaduto involontariamente con il Dottore) e questo, per me, sarà sempre una delusione.
COME CAVOLO LO COPRO?
Come si sostituiscono i genitori "che peggio averceli avuti a strappi piuttosto che non averli mai conosciuti" (avrei preferito così, almeno non avrei avuto questo dolore interno).
CIO’ CHE NON SI HA E NON SI CONOSCE NON LO SI CERCA.
Se al contrario, l’hai avuto ma ti è stato tolto bruscamente, in una fase sbagliata, senza un perché, lo cerchi sempre, ardentemente, disperatamente, come una caccia al tesoro.
Anche se non tutto si può sostituire.
Come faccio ad accettare e convivere con questo Vuoto senza  trovare “cosa” può colmarlo?
Dovrei rimuovere dalla mia mente il Dottore che mi fa stare così bene, tanto da crearmi poi una così grande tristezza e disperazione?
Quale atteggiamento, comportamento, ecc…devo avere nei confronti del “mondo”?
Ecco cosa farò: m’imbottirò di Valium quando sentirò troppo "contatto" da farmi star male…è questo che farebbe il Dottore? Aiuto chimico?
Secondo me, lui, ieri, non è stato in grado di “gestirmi”; può essere che non è così “onnipotente”?
Allora ho capito che se sto male, ma male di brutto, da non poter deviare l’attenzione verso nessuna attività, ci sono i farmaci, c’è il Valium. Ed io, se sto “troppo” male (giuro! è indescrivibile, ci ho provato, ma a parole non riesco a trasmettere la disperazione-angoscia-paura-vuoto che sento dentro) mi “calmerò” chimicamente.
Per il resto, mondo mio a palla! Lo so che è tutto sbagliato, ma non ho la mano di nessuno con cui andare, per imparare a camminare correttamente, senza cadere così spesso; o meglio: ce l’ho, ma è “troppo distante” ed io non riesco a raggiungerla.
Scusami amore mio, io non vorrei nasconderti nulla (il valium), e credimi, non so come fare, se lo prendo è perché sono allo stremo delle forze psichiche, tu lo sai.
G., lo specializzando, ha detto che nei colloqui non devo “barare”, devo essere autentica, me stessa. Questo l’ho capito, tanto che dalla fine dello scorso anno sono sempre stata (in crescendo) più autentica che mai, sempre più me stessa, sempre più Veronica, e siccome Veronica sta VERAMENTE male, piange, piange di un pianto che prima era interiore e che ora, perché stanca di nascondersi, esce, ed è a fiumi, tanti sono gli anni in cui lo ha accumulato.
Forse è per questo che il Dottore è rimasto “sorpreso” chiedendomi come mai facevo così ad ogni incontro (dicendo che poi era una situazione insostenibile)? Lo so, sorprende anche me, tant’è che piango spesso e ovunque (NON SONO DEPRESSA!) ed ora so il perché (quella bambina sotto il letto, rannicchiata in un angolo…piangeva, senza sapere il perché, sapendo però, che non sarebbe stata  compresa, ma addirittura derisa, per questo si nascondeva).
Ma possibile, ripeto, che il Dottore non sia in grado di “gestire” le mie crisi (chiamiamole così) di pianto? Perché non sa che cosa dirmi se non che due Tavor? Dottore, che succede? Possibile non comprenda il mio...chiamiamolo malessere, dovuto al distacco?
Ok, da oggi basta alcool; vero, mi placa, ma poi mi affonda negli abissi.
Più tardi, verso l’una, telefono in psichiatria per parlare con G. dei miei sensi di colpa (basta parlare sempre con Mark!) per aver:
1) rifiutato le compresse di Tavor, aiuto che il Dottore voleva darmi in quel momento
2) rifiutato di parlare con il Dottore quando mi ha fatto entrare per la seconda volta nel suo studio per parlare e rifissare un appuntamento
G. mi ha detto che per il Tavor è stata una mia scelta per il quale non devo sentirmi in colpa, solo che se davo retta al Dottore magari evitavo di stare quattro ore in reparto disperata, e che di certo mi sarei sentita meglio; poi, per quanto riguarda il secondo colloquio beh, anche quella è stata una mia decisione che di certo ha sollevato una reazione (non negativa) da parte del Dottore. Insomma, posso stare tranquilla. Inoltre mi ha detto che se il Dottore non mi ha fissato un appuntamento è solo perché deve vedere meglio la situazione, ma non c’è affatto un abbandono. Poi gli ho chiesto se, per favore, poteva riferire al Dottore, nel caso lo sentiva, quanto ci eravamo detti ieri e oggi e che mi dispiaceva molto averlo lasciato così e che per me lui è una persona importante che non voglio abbandonare; mi ha risposto che col Dottore ha un buon rapporto e che lo farà .
Dopo pranzo (una mozzarella, delle verdure cotte e uva) mi “studio” la Personalità Borderline.
Dalle 15 alle 16 circa collasso dal sonno nel divano. E’ vero, oggi ho preso una compressa di Valium in più rispetto alla solita terapia (sempre in mano di A.), ma dormire era quello di cui avevo bisogno. Ancora accusavo la giornata di ieri che mi aveva molto stancata a livello mentale e psichico (per dirla semplice in due parole).
Doccia, quindi thè.
Più tardi, se A. torna presto dal lavoro, andiamo a comprare un cellulare nuovo per me, visto che questo che ho è praticamente diventato un “fisso”: sta sempre attaccato all’alimentatore e non si carica mai. Che bello, da una parte, ma dall’altra mi rompe spendere i soldi. Quello che ho ora me lo aveva regalato mia madre, e da allora tutto è andato storto; A. dice che la mia è pura paranoia; può essere, ma se ne trovo uno a poco son felice di sostituirlo.
Forse prenderemo in considerazione anche l’acquisto di una stampante, ma per questa, vedremo."
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