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domenica 31 gennaio 2010

8 - Frammenti di diario

"Venerdì 26 giugno 2009 ore 10.40 precise

A. doveva stare a casa con me (giornata di ferie), ma il lavoro lo ha divorato e si è dovuto svegliare presto per poi cercare, verso mezzogiorno, di portarmi in ospedale, per medicarmi il taglio e andare al colloquio con il Dottore.
Che caro ragazzo, come farei senza di lui? Chi altro potrebbe amarmi nonostante quello che è accaduto? Chi potrebbe amare una persona fuori di testa come me? Chi altro farebbe questo, e tanto altro, per me? La risposta è chiaramente nessuno, se non lui.
Mi sono svegliata alle 6.00 con A., ma poi sono tornata a letto perché avevo terribilmente sonno (in cuor mio avrei voluto un sonno profondo da cui non svegliarmi più), quindi mi sono alzata a stento verso le 9.30, mi sono fatta la doccia e bevuto una tazza di the (più tardi berrò il mio bel frullatone di latte, yogurt e banana).
Ora sono qui davanti a pc a scrivere che cosa?...forse spazzatura o forse qualcosa che potrà essere una soddisfazione. Per ora sento che devo scrivere e scrivo. Non ho altro da fare.
Non c’è nessuno a dirmi che non serve a nulla ciò che sto facendo, anzi, la Dottoressa mi ha incoraggiata a scrivere (…) quando ne sento la necessità perché, a suo dire, scrivo bene ed inoltre mi aiuta a fermare i pensieri (sempre che non abbia inteso male).
Se penso che centinaia di anni fa iniziai a scrivere a macchina un giallo e la storia del mio Mondo Parallelo, mi viene una tale rabbia… Avevo dodici anni e pensavo di trarre un certo profitto dalla mia sfrenata immaginazione e, per l’appunto, dal mio stesso mondo.
Non potevo scrivere per via di N. che continuamente mi diceva che stavo solo perdendo tempo in cose da lei ritenute futili. Stupidamente accantonai entrambi gli scritti, come tutte le altre cose che amavo fare.
Potevo diventare una scrittrice? Una pittrice? Una dottoressa? Un’infermiera? Una cantante? Fatto sta che tutte le mie doti artistiche e non, venivano falciate dalle frecciate odiose e taglienti di N. che le ridicolizzava al massimo, creando in me, giorno dopo giorno, anno dopo anno, un incolmabile vuoto e senso di inadeguatezza verso il mondo che iniziava a circondarmi sempre di più. Ero una “diversa”.
Quello che mi chiedo oggi, è perché negli anni non mi sono mai ribellata e fatta valere invece di ingoiare amaramente le maledette frasi superficiali di N. che abbattevano il mio Io annullandolo lentamente e facendo crescere dentro di me un dolore e una rabbia che poi sfociavano in problemi col cibo e atti di autolesionismo (oltre che creare un automa che faceva solo quello che gli veniva chiesto senza obiettare, tanto aveva imparato a non ribattere e ad incassare).
Ricordo i problemi col cibo di quando ero piccola, che mangiavo poco (e le inutili preoccupazioni di N.) passando ad una situazione contraria durante l’odiata e depressa adolescenza (qui non incontrai nessuna attenzione particolare visto che mangiavo, non importava quando e quanto, l’importante era che ingerissi cibo) in cui io mi sentivo profondamente male (per utilizzare un eufemismo) ed iniziai ad avere dei seri problemi di personalità: volevo essere Mark.
Parlavo continuamente con Dio, col Cielo, con Hans e gli altri amici; i luoghi dove mi trovavo non erano reali, a volte troppo grandi o troppo piccoli, il mio corpo si deformava, i minuti erano ore o istanti, assolutamente non ero italiana e un infinito elenco di altri deliri e allucinazioni, che però mi tenevano e mi tengono in vita.
(…)
La situazione si rovesciò di nuovo a sedici anni, in cui, nel giro di tre mesi, persi più di dieci chili; questa condizione alimentare altalenante continuò fino ai diciannove/venti anni, con i miei genitori che si accanivano contro di me se non mangiavo, ma se mangiavo (e poi andavo a vomitare) non dicevano assolutamente nulla, al solito, l’importante che mangiassi (viva la superficialità…)
Non ero e non sono mai stata un’anoressica o una bulimica, a mio dire, ero solo molto magra, con dei problemi non legati al cibo (questo lo intesi subito, ma non sapevo a chi rivolgermi). Oggi, anche se normopeso, ne porto le conseguenze se pure minori. Mangio senza tanti problemi, comunque evitando cibi da me ritenuti “nocivi” o “impuri”, o cercando di smaltire con inutili corse i suddetti cibi, se ingeriti durante le odiate e, per fortuna, sporadiche orge alimentari.
Successivamente, con il lavoro, iniziai a spendere i miei soldi inutilmente, in acquisti sfrenati, impulsivi e privi di logica.
(…)
Alla domanda “quando è iniziato tutto?” potrei rispondere…mmhm…Da quando sono nata? A sei o sette anni ingoiavo farmaci presi in casa senza farmi vedere sperando che mi facessero del male, oppure leccavo le suole delle scarpe immaginando chissà quali batteri o virus nocivi alla mia salute potessi ingerire. Sin da piccola, mi ubriacavo durante le feste e le occasioni di cene e pranzi con parenti senza che nessuno se ne accorgesse (nota, secondo me, importante: i miei o erano troppo sopra di me, ma in situazioni in cui non servivano, oppure, non lo erano affatto, dove però sarebbero stati necessari. Mi sarò spiegata???). Ahimè ero troppo sana, il mio maledetto organismo funzionava (e funziona) fin troppo bene (anche il fegato, mannaggia a lui…e pensare che ho tentato di danneggiarlo seriamente in svariati modi…).
Poi sono passata ai tagli nel braccio e sul dorso della mano, entrambi destri, e sulle gambe (qui mi incidevo con il portamine). A casa nessuno si è mai accorto di nulla.
All’asilo mi sentivo inadeguata, emarginata (non avevo amici e nessuno giocava con me) e ritirata nel mio mondo, fatto allora, di colori, suoni, sensazioni e libertà. Potevo giocare, quindi potevo stare sempre lì dentro, senza mai uscire. Potevo disegnare (per N. quando si è bambini si può disegnare, poi è un’attività che non può più essere esercitata perché, secondo lei, in questo mondo, serve un lavoro “quadrato” fatto di leggi, contabilità e politica; materie manco a dirlo che a me fanno vomitare).
Poteva essere normale per una bambina di quattro o cinque anni parlare da sola o con i suoi peluches, se poi ad un certo punto la cosa fosse terminata col passare degli anni. E invece no. Anzi. Il tutto, crescendo, si è amplificato ed arricchito: persone “vere” con nomi, cognomi e vissuto, hanno occupato il posto dei peluches.(...)"

"The Rip" Portishead (Third) - 2008



venerdì 29 gennaio 2010

7 - Frammenti di diario

“Mercoledì 17 giugno 2009

(…) Ore 11 – Vado in ospedale per togliere i punti.
…E i pensieri dove sono?
La mia testa è mezza vuota, pende verso sinistra, stranamente, perché la parte sinistra del cervello sta morendo.
Mi sento come una gelatina.
Da quando ho iniziato la cura col nuovo Seroquel 300 mg RP mi sento un po’ meglio, le voci, anzi, la Voce Maligna proveniente da sinistra, ha abbassato il volume per cui io riesco a fare le cose con più lucidità senza timore.
Quando piango è perché Lei mi abbatte con parole cattive, annullando quella misera autostima che cerco di far aumentare facendo i salti mortali. Inoltre mi dice di stare in silenzio o di parlare il meno possibile per l’autoconservazione (?).
Spesso l’avverto in casa come un’ombra e mi fa paura perché è simbolo di qualcosa di negativo che avverrà. Ed avverrà sicuramente! E’ un dato di fatto.
Mi sento come se la parte sinistra del mio cervello sia ora atrofizzata, secca, scura, inutile. Mi pesa.
Sono magica (non so se è una specie di potere datomi dalla Presenza Negativa).
Se dico che il mio cervello sta esplodendo, esploderà! Se dico che probabilmente mi taglierò, mi taglierò!
Si perché per l’ennesima volta si è avverato quello che la mia…mente? pensava sarebbe successo.
Ancora una volta, sottolineo il fatto che quando dico che una cosa succede, succede, è una certezza.
Ho dei poteri (capita che debba andare via da un posto pieno di gente perché mi pare di percepire i loro pensieri e questo mi agita, per cui sento la necessità di andarmene a casa, al sicuro).
(…)
Mercoledì  24 giugno 2009

Non lotterò più per stare bene in questa società, ci rinuncio, non c’è posto per me. Farò tutto quello che la testa mi dice, sia che sia io a comandarla, sia quando è la Presenza Negativa a farlo.
Per quanto mi sforzi, non vedo risultati validi. Comprendo quelle persone che non escono più di casa e si barricano dentro, no sai quanto le comprendo.
Fuori c’è solo falsità e un movimento continuo verso non si sa nemmeno cosa, stai dentro o fuori, è questo il chiaro messaggio che viene ogni giorno dato dalla televisione o dalla radio. Perché pensi che non ascolto più nulla?"


"Radio Song" R.E.M. (Out Of Time) - 1991


  

6 - Frammenti di diario

"Lunedì 8 giugno 2009

(…) e allora piangi, ma non sei triste, senti che ti manca qualcosa, qualcosa di grosso, di incolmabile, il Vuoto. La famiglia non ti è vicina, è morta. Mi sento come fossi tra le vita e la morte. Telefono al Dottore, mi da dei suggerimenti per passare il momento, però non può ricevermi. Solo a sentirlo mi sento lievemente meglio, vorrei fosse vicino a me. Piango…dormo…non esco…mi chiudo in camera…divento pazza! Il cervello esplode, le voci sono troppo alte…flash nel cervello…

Martedì 9 giugno 2009 (09-06-09)

La testa è pesante, sento come se ad ogni crisi si rompesse qualcosa dentro e fa male. Mi sembra di impazzire, soffro del distacco da A. quando va a lavorare. Soffro del distacco dall’ospedale e dal Dottore. Ieri ero pietrificata dal dolore. Mi sono chiusa in camera ed ho pianto, pianto…fino ad addormentarmi. Avevo chiuso tutto: persiane, tende, porte…ero al sicuro, ma non abbastanza perché il Male si era impossessato di me. Mi sono svegliata, sembrava tutto a posto, e invece di nuovo. Ho paura e le lacrime non le comando io, io non sono più nulla. E’ ansia? E’ solo ansia? E le voci non proprio positive con le quali ho lottato ieri per non tagliarmi e affogarmi nell’alcool? Io voglio morire, non resisto più in questa condizione. (…)
Brava! Io un taglio così non l’avevo mai visto su di me. Reprimi, reprimi e alla fine sbotti! Polpaccio sinistro, netto, deciso, col taglierino. E non volevo…giuro!
A. mi viene a prendere per portarmi al pronto soccorso per mettere i punti…ma prima appuntamento con il Dottore. Al pronto soccorso (…) ci si mette d’accordo su come mi sono fatta male per dare tutti la stessa versione...e per evitare il ricovero.
Anamnesi: “si feriva con una lamiera in garage".
Dieci punti.
Cambio terapia: il Dottore mi sostituisce il Seroquel normale con quello a rilascio prolungato. Il tutto in mano, come sempre, ad A. che mi somministrerà le medicine." 

"Bachelorette" Björk (Homogenic) - 1997


venerdì 22 gennaio 2010

5 - Frammenti di diario

“Martedì 28 aprile 2009

(...) dopo il colloquio con il Dottore: lui dice che il mio Io deve essere integrato; i miei amici hanno fatto da elastico per tenermi unita, in parte.
Poi mi racconta la storia dello scarafaggio che chiede al millepiedi come facesse a muovere le sue numerose zampette con tanta eleganza ed armonia. Il millepiedi sorpreso cominciò a pensarci e da quel momento non seppe più camminare*.
(…)”

* cit. "Di bene in peggio. Istruzioni per un successo catastrofico" (1986) di Paul Watzlawick



...non so perchè ma m'è venuta in mente questa...

mercoledì 20 gennaio 2010

4 - Frammenti di diario

Oggi è una bella giornata di sole. Ho bisogno di leggere. Il sole non è troppo caldo, è molto piacevole. Mi siedo nel terrazzo immersa nel calore che il sole irradia, sprofondando la mente nelle pagine di un libro.
I miei libri.
Le loro storie.
La mia salvezza.
I miei amici.
.........
Caro Dottore, come vorrei vederla per sorridere assieme a lei.

A Villa *** la gente crea, non sta tanto a pensare, ma fa, agisce, conclude; e se si stanca si alza e se ne va, senza tanti convenevoli. Tutti accettano l'altro, anche se appena arrivato. Mi piace ed è stimolante.


"Martedì 31 marzo 2009

Che dire di una giornata in cui il contrasto è fortissimo: il cinguettio degli uccelli, il clima abbastanza mite, un vago profumo di fiori, alberi con i boccioli e…nebbia, pioggia e cielo grigio. E’ un contrasto che non mi quadra sinceramente, mi fa star male dentro.
Non esiste più il momento non lavorativo, il fine settimana…è sempre un’angoscia totale e un senso pieno di smarrimento, in qualunque momento della giornata, della settimana, del mese. Vorrei ancora andarmene, ma non me lo permettono: fisicamente mi arginano ma mentalmente poco…legami con la realtà…pochi. Da qui nasce la sofferenza (…). Non vorrei tornare in ospedale, ma non vorrei neanche vivere in questa società."

martedì 19 gennaio 2010

Pensieri...

E’ come se avessi una siringa con l’ago infilzato nel cervello: la Voce spara dentro la mia testa e non c’è modo, a volte, di non ascoltarla. Non so come dire…forse meglio paragonarla ad una flebo? No, meglio alla siringa perché quando la Voce è alta e non posso non ascoltarla è come se la siringa sparasse a tutto il suo liquido dentro il mio cervello. Hai voglia le medicine che servono a riequilibrare il tutto…

Un conto che rifiuto io il cibo, un altro è quando mi viene imposto.
Ti accorgi che passa il tempo o per te è sempre una grossa e grande giornata? Scommetto che arriverò a cinquanta anni e saprò di avere quell’età perché sta scritto all’anagrafe. So che è passato un giorno perché il giorno segue la notte, ma per me sarebbe sempre UNA GROSSA E GRANDE GIORNATA.

Ogni libro che sto leggendo, anche se non l’ho ancora finito, lascia delle tracce di sé nel mio Io, e mi sento piena, di una pienezza piacevole e duratura che prima colmavo in parte o col cibo o con l’acquisto insensato. Anche Dora, per quel poco che ho letto, mi ha dato qualcosa. Grazie Freud.
Il mio corpo non è nudo, è ricoperto d'acqua.

Ho voglia di viaggiare, per farmi un’idea di come si vive altrove, in questo paese mi pare di girare in una stanza circolare per cercare un angolo in cui pisciare.

Giornata astratta, clima irreale.


...sono solo un essere vivente che è destinato alla morte.

"Wrong" Depeche Mode (Sounds of the Universe) - 2009



Wrong

I was born with the wrong sign
In the wrong house
With the wrong ascendancy
I took the wrong road
That led to the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Wrong
Wrong

There’s something wrong with me chemically
Something wrong with me inherently
The wrong mix in the wrong genes
I reached the wrong ends by the wrong means
It puts the wrong plan
In the wrong hands
With the wrong theory for the wrong man
The wrong lies, on the wrong vibes
The wrong questions with the wrong replies
Wrong
Wrong

I was marching to the wrong drum
With the wrong scum
Pissing out the wrong energy
Using all the wrong lines
And the wrong signs
With the wrong intensity
I was on the wrong page of the wrong book
With the wrong rendition of the wrong hook
Made the wrong move, every wrong night
With the wrong tune played till it sounded right yah
Wrong
Wrong

Too long
Wrong

I was born with the wrong sign
In the wrong house
With the wrong ascendancy
I took the wrong road
That led to the wrong tendencies
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Wrong

3 - Frammenti di diario

“Si può riuscire a cambiare mentalità continuando a vivere in questa società con mille impulsi legati a oggetti e beni materiali, in una società dove si pensa sempre e solo ad avere e mai a pensare che si ha già tutto, ciò che manca è l’osservazione e il contatto con queste cose? La risposta per cause di forza maggiore deve essere si, perché non posso cambiare paese e abbandonare A.
1. esco di scena mentalmente;
2. entro in contatto con ciò che ho e con tutto quello che mi circonda;
3. ascolto i miei bisogni interiori;
Ce la farò a tornare ad estraniarmi da tutto e da tutti, è la soluzione per non soffrire.(…) Ho soltanto perso l’abitudine per via dell’esterno, del Sistema maledetto. Il Sistema fa male. Ho deciso due anni fa di guadagnare meno per salvare la mia mente. Devo portare avanti questa decisione. Continua il distacco dalle cose materiali che compongono il Sistema; compro solo ciò con cui mi identifico (una tazza, una coperta, un libro). Le cose ci possono dire più di quello che pensiamo. (…)
Il pomeriggio è stato un crollo totale dopo la mezza compressa di Seroquel. La testa era frenata, troppo, troppo sonno. Alle 17.30 era a casa. Frullato, lettura di “Eden Express”; ma quanto sonno. Ora ho la testa spaccata in un altro senso. (…)
Telefonata mentale al Dottore “Buongiorno Dottore, che bello sentirla, credo di avere bisogno di Lei, già ieri pomeriggio ne sentivo il bisogno…sento un vuoto enorme e terribile…le persone vanno troppo veloci intorno a me e le cose sono molto vicine a me, sono in contatto con loro per creare armonia, ma mi si rivoltano contro, ma non so se possono farmi del male. Ho un po’ paura…sono un po’ più colorate e vive e non so bene se sia tutto reale o no…” (…)
Lunedì 16 marzo 2009: crisi. Ore 15 dal Dottore. Uscita alle ore 16.45.(…)
Mercoledì 25 marzo 2009
Durante il pomeriggio: n. 1 flacone da 50 mg di bromazepam. Poi non ricordo più nulla.

Giovedì 26 marzo 2009
Continuo a non ricordare nulla.(…) Pomeriggio passato con il Dottore in ospedale. Pericolo nuovo ricovero ma in un altro ospedale, a 90 km da qui. Inizio nuova terapia (farmaci gestiti di nuovo da A.).”

Bicchiere di quel periodo, datomi in ospedale dal mio caro Dottore per la terapia...(ancora lo conservo).


"Fragili desideri, a volte indispensabili a volte no"

Alcune mie opere di vetro eseguite con la tecnica Tiffany e colorazione vetro "K" e uno specchio eseguito con la tecnica della sabbiatura...


"Trafitto" 
CCCP (1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età) - 1985


...bellissimo testo, sempre attuale! Grandi CCCP/CSI

Ps: Trovo parecchio stupido fissarsi con delle idee politiche che non si condividono solo perchè si è schierati. Io non sono nè di destra nè di sinistra e se per caso dovessi trovare una "canzone di destra" che apprezzo, non vedo perchè non la dovrei mettere.

lunedì 18 gennaio 2010

Schizzi a matita

 
 

"Bliss" Muse (Origin of Symmetry) - 2001




Veronika's psychedelic breakfast

La mia giornata non può cominciare senza una buona e sana colazione, altrimenti gira più storta del solito e intorno a me, tutto è ancor più irreale.
Più o meno la colazione è sempre la solita, fatta eccezione per l'estate dove non è presente l'orzo e il latte è a temperatura frigo.
Ingredienti: una gigante tazza bianca "old style" (ho una tazza per ogni occasione, per questa è bianca, come il latte), mezzo litro di latte caldo, l'orzo solubile, i cereali, un cucchiaio, la tazza del caffè (...oh c'è scritto sulla tazza), il caffè.
Gli "accessori" me li preparo la sera, prima di andare a dormire, così che la mattina scendo in cucina e mi trovo tutto pronto.




E la sveglia? Bhè..."Ce matin la" degli AIR



Qui tengo le altre tazze...




...e in questo ripiano ci sono le mie preferite, per ogni occasione.
Un esempio? Quella con le pecorelle è per la camomilla


giovedì 14 gennaio 2010

Canzone da...brividi...

Seguendo il blog di una ragazza finlandese ho trovato questa canzone con relativo video.




Notevole è? Per gli amanti del genere...chiudete gli occhi, questa canzone vi porta tra fate, folletti, campanelli, foreste surreali e ghiaccio.
Che ne pensate?

mercoledì 13 gennaio 2010

2 - Frammenti di diario

“…C’è qualcosa che non va oggi, ma non so cosa. E’ una sensazione di essere finti e di non appartenere a questo mondo. La cosa non quadra.
(...)
Non so domare e placare le mille voci in testa che dialogano tra loro senza respiro e senza senso, senza che io possa fare nulla per prevalere su loro. La mia testa è controllata da una Forza Superiore Negativa.
Vorrei un unico Io, vorrei non fosse così frantumato, disgregato quindi debole e fragile.
Vorrei guardarmi intorno e non avere la percezione che tutto sia irreale e finto perché il mio Mondo è quello giusto e vero.
Vorrei non vivere costantemente con il senso di paura di qualcosa di negativo che deve accadere.
Vorrei non tenermi sotto controllo tutti i giorni per non far succedere Dio solo sa cosa.
Vorrei non avere più crisi in cui romperei tutto ciò che ho intorno, me compresa, dove A. mi deve tenere a forza.
Vorrei riuscire ad addormentarmi senza tenere la luce accesa in camera e il mio vecchio orsacchiotto con me, con la paura che arrivino i mostri non ben definiti.
Riuscire a svegliarmi la mattina e andare al lavoro, fare la spesa e riordinare casa, ecc… come tutte le persone del mondo non significa stare bene perché cambia il modo in cui faccio queste cose. Non credo sia normale lasciare il carrello in mezzo al supermercato e correre a casa perché chissà quale strano pensiero m’è venuto in testa, o non acquistare più quelle arance solo perché un poveretto stava lì vicino a me a comprarle o ancora cambiare ordine di acquisto del cibo solo perché dietro ho la percezione che qualcuno mi stia seguendo, o non riuscire a chiudere occhio perché dietro le palpebre ho uno scorrere veloce e pesante di numeri metallici in sequenza e la percezione che la stanza sia divisa in due nel senso dell’altezza con una grossa biglia centrale di acciaio, ecc…ecc…Dico queste cose ora che sono lucida e che mi rivedo in quegli esempi di situazioni, ma lì per lì non mi rendo conto dell’assurdità e del disagio del momento.
Per favore, Dottore mi aiuti a trovare la strada giusta da percorrere perché da sola mi sembra di impazzire.
(...) …Come posso definire lo stato in cui mi trovo ora per non dire da sempre? Scrivo di getto, anche se mi riesce difficile perché non digito i tasti giusti e poi alla fine dovrò rileggere il tutto per correggere. Ho telefonato ad A. sperando che sentire la sua voce mi potesse calmare. Sto male. Ma è un male interiore nel profondo, dentro il cervello dentro l’addome dentro l’anima. Un Vuoto assolutamente inspiegabile e irreale come l’esterno, come tutto quello che mi circonda. Solo stando in un angolo nella camera in casa a fissare chissà che cosa posso ritrovare la mia pace immersa dentro di me, nel mio Mondo. Una paura inconcepibile per qualcosa di brutto che accadrà. E’ tutto finto, è tutto montato, vorrei uscire di scena. Faccio fatica a scrivere perché in questo momento i pensieri non vanno troppo veloci, come spesso accade, ma troppo lenti e le lettere non si legano insieme. Comunque una serie di frasi e parole senza senso invadono la mia mente: “vaso blu con i fiori bianchi” “Eisenhower” “prati innevati” “numeri in codice” “blu di Prussia” “Eleanor rigby” …Avrei preferito scrivere a mano ma qui *** non posso, mi si chiederebbe cosa stia facendo. Penso che scrivere mi scarichi un poco, per questo sto qui a digitare tasti fondamentalmente a caso. Non credo che quello che io ora stia scrivendo abbia un senso, non c’è punteggiatura, non serve all’umanità. Non so esattamente cosa vorrei in questo momento, ma di certo non vorrei essere qui *** perché in questa condizione mi potrebbero vedere instabile, piena di movimenti insensati, assente…credo di essere trasparente, mi sto distruggendo le mani, vorrei scomparire, non esistere più. Vorrei parlare con il Dottore ora, in questo momento perché come mi sento ora in ospedale non mi ci sento, per cui è poi difficile riproporre certi stati. Domani il Dottore non c’è in ospedale e la cosa mi fa star male dentro, senza sapere il perché ovviamente. Perché sono così attaccata a lui??? Alle 14 vedrò la Dottoressa. Tra quanto? Non lo so. Non so quantificare bene il tempo. Fra un’ora? Due? E quanto dura un’ora? Un attimo? Non lo so quanto dura una giornata, so che ad una certa ora esco da qui ***, poi devo andare in ospedale e poi aspettare che mi si chiami per il colloquio. Domani c’è lo psicologo. Bel pensiero! Devo prendere l’autobus, sarà terribile. Ma non ci pensiamo. Sono già le 9. Ho scritto per mezz’ora e non me ne sono accorta. Ho scritto molto? Poco? Non importa. Ancora però non mi sento bene. Questa mattina mi sono dimenticata di mettere il deodorante e mi manca quel buon profumo rilassante di borotalco. Peccato! Non sono triste, non sono agitata, ma se potessi lancerei una sedia contro la finestra, urlerei e mi scolerei tutti i farmaci che ho sperando di cadere quanto prima in un sonno veramente profondo. Ancora non mi calmo, solo le 9.05. Che faccio? Vorrei bere il mio frullato di latte e banana. Il latte mi calma. Accadrà qualcosa di brutto, lo sento. Non l’apocalisse, ma qualcosa qualche evento che turberà il mondo. Giorni fa ho visto delle mucche in strada, poi il terremoto, i cani che abbaiano continuamente, la gente per la via che prega. E’ terribile. Non riesco a concentrarmi, so che passerò la mattina a guardare l’aria in silenzio.”


"Niente è come sembra" Franco Battiato - 2007

martedì 12 gennaio 2010

1 - Frammenti di diario

"(...)
Ore 21.40 circa - sempre a casa
…non gira bene, non so bene il perché ma non gira affatto bene…manca qualche dente oppure ce n’è uno di troppo, il movimento sta per incepparsi e forse si romperà presto. E’ troppo tempo che gira incastrandosi, ma mai nulla di…serio? E’ proprio carina questa cosa, mi fa sorridere se penso che la Dottoressa qualche seduta fa aveva definito il lavoro di psichiatra come “meccanico”, in effetti è così. Il cervello è un meccanismo, complesso. Se è danneggiato ci vuole del tempo per ripararlo, se si sa come ripararlo. E se il pezzo danneggiato non può essere sostituito? E se anche riparato non funziona bene? E se manca qualche pezzo? E se la mancanza non può essere colmata? Metafore a parte io ora è così che mi sento, come se mi stessi per inceppare, rompere…per sempre. Non riesco ad andare avanti, né indietro, sono ferma, incantata, suono la stessa nota, da giorni, settimane, ipnotizzata dalla Voce, la Presenza Negativa mi fa da ombra. Sono tra due mondi il mio e quello ritenuto reale. Non so che fare, sinceramente sono molto preoccupata perché mi sento con metà piede fuori da un burrone, forse non troppo alto tanto da segnare la mia fine, oppure si, il fondo non lo vedo. Dipende da come cadrò, da quanto urterò durante la caduta, da quanta velocità prenderò prima dell’impatto…e se durante questo volo riuscissi ad atterrare sopra qualcosa di soffice?...continuo con le metafore, staserà mi sento poetica, le frasi mi vengono così (mi domando se abbiano un senso).
Che incubi avrò questa notte? Tra poco stacco, inizio a sentir sonno, il sonno chimico che tanto adoro perché placa tutto, anche se, per pochi istanti i peggio pensieri fanno una sosta nel mio cervello: pensieri di abbandono, solitudine, mancanze varie, brutti ricordi…
Sarà così pure quando avverrà la mia fine, oppure in quel caso il “sonno” chimico mi metterà paura? Avrò tempo per pensare alla paura? La paura farà in tempo a prendermi? Chissà se potrò dare una risposta a queste domande…Vado a letto, questa volta pensando ai miei due cari Dottori…"




"The sound of silence" Simon & Garkunkel - 1966




L'orgoglio di casa



Questa è la mia pianta preferita. Fiorisce sempre, in tutte le stagioni, anche nelle più sofferte temperature.

Stamattina ho in testa questa canzone:

sabato 9 gennaio 2010

L'inizio...

Ho deciso di creare un blog (che sarà pieno e ricco di me), casualmente, in un giorno reso particolare dal numero 9.
Ancora questo numero...
che cos'ha il numero 9? Nulla, solo che quando c'è questa cifra succede sempre qualcosa di rilevante nella mia vita.
Il 1979 è l'anno in cui sono nata (11 01 = 3); il 1989 è l'anno in cui ho preso la nazionalità tedesca (9 novembre caduta del muro di Berlino); il 1999 è l'anno in cui ho conosciuto u
na persona speciale a cui voglio molto bene con la quale oggi convivo.
E il 2009 è stato un anno in cui ho deciso di vivere (...almeno credo).
E ancora: 09-06-09 il giorno del taglio profondo da sobria (in realtà quella mattina me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa perché volevo mettermi i jeans, come per protezione, e invece sono andata a mettermi i pantaloni corti. La Presenza ha agito prima che la mia mente lucida, priva di alcool o altre sostanze, potesse rendersi conto del gesto e delle due parti di carne aperte. Proprio il giorno in cui dovevo vedere il mio caro psichiatra…me l’ha fatta grossa, non doveva! Con tutti gli sforzi che fa quel bravo Dottore per aiutarmi…maledetta! Quel giorno ero molto dispiaciuta non volevo assolutamente che il Dottore pensasse che ci avessi fatto apposta.

E ancora: 09-07-09 il giorno in cui l'amore mio ha avuto l'incidente, per fortuna, non grave, anche se la macchina è andata distrutta, ma lui non s'è fatto nulla.
E ancora: 3 erano i tagli che mi facevo da ubriaca e fatta di psicofarmaci (9 è il quadrato di 3).

Il 9 è un numero che nell'occultismo viene attribuito a Lucifero (io scrivo con la sinistra, mano del Diavolo!).

Uhm...forse sto correndo un pò troppo, troppe informazioni tutte in una volta...


Ecco, direi che questa canzone degli AIR, che adoro, ci sta benissimo: "Don't be light", tratta dall'album "10.000 hz Legend"





Il video, secondo me, è molto bello, ma non posso postarlo, vi dò il link "Don't Be Light"

Torniamo al blog, alle motivazioni che mi hanno spinta ad aprire questa finestra verso un mondo di persone sconosciute...
Chi sono?...che cosa sono?...che cosa sto facendo?...Oh ma che importanza ha!
Potrei scrivere, disegnare, mettere foto e musica a caso, a seconda del momento e dell'umore, il tutto nella più completa libertà!

Ora? Sto leggendo un paio dei tanti libri che ho sul tavolino in sala: "Prima persona plurale" di Cameron West...realtà che forse non tutti conoscono, o fanno finta di non conoscere...

...e "Il farmacista di Auschiwitz" di Dieter Schlesak...che mi sta lasciando senza parole per tanta verità scritta in maniera così...così...naturale. Da leggere, senza dubbio...


Alcuni disegni fatti qualche tempo fa in diverse occasioni...per far sfogare la mia mente che andava a mille...







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