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martedì 18 maggio 2010

Quarto ricovero - decimo e undicesimo giorno

"Mercoledì 30 settembre 2009

Ore 10 circa – Preso cappuccino, fatta la doccia et voilà! che scrivo mentre azzanno mezzo panino alla caprese di ieri.
Il ciclo è arrivato, forse, per bene.
Il panino di A. (il suo odore mi ha invaso l’armadietto) lo mangerò in seguito, vedremo…zero programmi, tanto non li rispetto.
Oggi è una bella giornata di sole e vorrei essere con A. al Parco.
Finisco questo mezzo panino e poi autocontrollo!
Torno alla lettura.
Di solito odio il sole, ma in questa circostanza mi fa bene, ce l’ho sul letto, è tiepido, mi da un po’ di gioia, ma il calore è filtrato dalle finestre e non è veritiero.
Altro mezzo panino e lettura (che vuoi farci, diamo la colpa al ciclo?). Non appena uscita da qui torno al mio solito mangiare e intanto qui evito la mensa, finché ne ho voglia, presto mi stancherò anche dei panini, e allora farò come la scorsa settimana, quasi a digiuno (solo perché qui, ripeto, tante calorie non si possono smaltire). Speriamo di non ingrassare, sabato c’è la pesata.
Torno a leggere.
Ps: i panini (o quello che è)comprati da A., pure che sono del bar di sotto, sono sempre buoni.
Ora con il panino sto bene.
Ore 11.30 – Colloquio con il mio Dottore: così non si può andare avanti (come aveva già in precedenza detto). Quindi terapia farmacologica più terapia di gruppo…
Oh, sai che ti dico? Che ora di scrivere proprio non ne ho voglia.
Sono solo molto scontenta della mia vita e ciò che mi fa più “strano” è che i medici credono che io non metta impegno. Ah ah! Veramente, non c’hanno capito nulla.
Senza farmaci la mia testa non sballerà più di tanto perché ho “esperienza” e poi avrò più fantasia e immaginazione.
Ps: mangiati tutti e due i panini…ora sto bene per un mese…CHE DELUSIONE!
Ma il libro? Proverò lo stesso a scriverlo? Forza Vero il tuo Mondo è con te!
Ore 11.40 – Basta ospedale, farmaci e psicoterapie, che Dio me la mandi buona. Il mio Dottore non mi vuole, di nuovo un abbandono.
Devo pensare ad A., a farlo star bene.
 Il VUOTO rimarrà e con l’aiuto di A. ne verrò fuori; ciò che non c’è verrà coperto e rimarginato.
Ore 13.10 – Com’è una vita senza psicofarmaci con la consapevolezza di essere malati da non si sa cosa ma pare che ciò non abbia importanza? Appena uscita da qui lo sperimenterò (senza considerare che poi ho l’esperienza di certe azioni), non voglio più avere a che fare con psichiatri, psicofarmaci e tutto il resto. Loro, il mio Dottore compreso, non c’hanno capito nulla, suppongo, anche perché in tre anni, che effetti positivi ci sono stati?
Io vorrei una vita normale, e per averla devo “lottare”, giusto? Allora stop all’ospedale, stop a tutto, faccio da sola con l’aiuto di A., i dottori non mi servono a nulla! Dovevo avere il colloquio con le dottoresse…qualcuno le ha viste???.
Al rientro a casa, cinque giorni di malattia e poi: pulire casa, fare la spesa, fare le lavatrici, e non per ultimo prendermi cura di A., lui, l’unica persona al mondo che dedica la sua vita a me ed io lo devo fare per lui. Dico che vorrei fare volontariato, aiutare le altre persone e non mi prendo cura neanche di colui che sta accanto a me sempre, in ogni circostanza e non come i dottori che fanno il loro lavoro e basta.
Ho rispetto e molto affetto per il mio Dottore, ma farmaci a parte, non credo sappia aiutare la mia mente. Non ha capito la mia sofferenza e devo imparare a conviverci e ad accettarla. Ricordi quando a quattordici anni scrissi che neanche uno psichiatra c’avrebbe “cavato le gambe”? Ebbene… come vedi sono magica! Passata la settimana di malattia me ne torno al lavoro e cercherò di trovarmene un altro, di massimo trenta ore (potrò incastrarci anche lo studio?). Vedi, quello che non hanno capito i dottori è la mia difficoltà nel lavorare, nello stare agli orari, nel vivere in questa merda di società!
Scriverò un libro, giuro!
Troverò un lavoro che mi piacerà, giuro!
Studierò, giuro!
Per A., per l’Amore mio!
Mi devo impegnare da sola, e miei Amici mi aiuteranno!
Gli “scleri”, quelli non so come evitarli e mi dispiace molto per A. Forse sarebbe meglio che continuassi la terapia farmacologica e la psicoterapia di gruppo…uff…il fatto è che siamo punto a capo, io dopo le terapie sto male, ma male di brutto! e non posso lavorare o fare altro. Solo stare a casa. Però, perché non provare questo aiuto del mio caro Dottore? Ultimo muro in cui sbattere la testa…e poi forse la terapia collettiva mi farà bene…bhò…
Non devo pensare che ciò che faccio sia tutto sbagliato, devo rifletterci. E’ vero, però l’essere “strano” e “bizzarro” non significa  negativo. Ed io questo è bene che me lo ricordi tutti i giorni, tutti i maledetti e santi giorni. Sono come sono, loro, i dottori, non possono farci nulla, quindi rimango così cercando di sfruttarmi al meglio accettando i miei difetti, quelli che non posso modificare e cercando di vivere al meglio con A. Non posso scindermi dalla mia natura, posso leggermente modificarla ma DEVO accettarla, c’è poco da fare. Devo “solo” trovare il mio modo di vivere, ma non in questa società...
Cena: una specie di piadina con A. al bar dell’ospedale.




Giovedì 1 ottobre 2009

Colazione: latte, caffè, 4 fette biscottate
Ore 9.15 – Vedo passare in corsia il mio Dottore e il cuore batte a mille. Perché? “Il dolore è il tuo, esternarlo non serve a nulla” (la Voce mi suggerisce). Esternare i miei “sentimenti” al Dottore non hanno fatto altro che allontanarlo (merda che stamattina non riesco a scrivere!). Non voglio più pensare al Dottore che tanto mi fa stare bene per quanto mi fa stare male. Finché sto qua dentro (spero per altri pochi giorni) non chiederò di parlare con nessuno e ai colloqui (se ci saranno) sarò il Silenzio fatto a persona (non m’interessa se interpreteranno questo atteggiamento infantile o cos’altro, non m’interessa!).
Non ho nulla da dire: mi sono espressa a parole, per iscritto, al telefono, ma nulla è valso e allora se il mio male lo avevano anche solo lontanamente capito, era stato fatto. I farmaci…bhò si, vanno bene, il mio Dottore in questo è molto bravo, ma forse, per il resto della mia cura, lui non va bene per me.
Il Silenzio parla e dice più di mille discorsi.
Catatonica.
Neanche gli alberi fuori posso vedere che hanno abbassato le serrande.
Perché il mio Dottore vuole allontanarmi?
Perché il mio Dottore non può darmi farmaci e farmi psicoterapia insieme?
Provo a leggere, al più dormo.
Voglio tornare al Male, al mio conosciuto Male, alle mie solite e sbagliate abitudini perché in così poco tempo, non riesco a modificarle e perché forse i dottori si stanno rompendo di me. Nessuno mi ha insegnato a stare al mondo, e i dottori non lo stanno facendo; non mi ascoltano, pensano che il loro modo sia quello giusto per curare ma io ritengo (non da dottore) che ogni paziente sia da trattare individualmente.
Me ne starò in Silenzio…finché non vado via di testa per morire.
Perché questo ricovero non è servito a nulla.
Non sarò inutile, l’Amore mio sarà il fulcro delle mie attenzioni finché la sofferenza non sarà troppa da volere la morte. Anche perché, stupidamente credono che se ti fidi del Male o li chiami spesso è per necessità di attenzioni…SBAGLIATO! E’ per cercare di vincere e lottare il subbuglio che è in te.
Ripeto: di me, non c’hanno capito nulla.
Tra poco c’è il giro visite, sono quasi le ore 10.30.
Catatonica (il giro visite, la cosa più inutile di questo mondo).
Non vedo l’ora di tornare a casa per stare con A.; pulire, sistemare, cercarmi un lavoro, un corso di studi e cercare di vivere la mia vita normale, con i miei Amici.
Aiutami Mark
Aiutami Hans
Credo che la psicoterapia al CSM di *** la farò (ultimo stadio per me); la mattina ora posso. Ma spero vada a buon fine.
Che me ne farò di tutti quegli psicofarmaci di cui A. non ne è a conoscenza? Bhè li terrò lì, non si sa mai.
Come va? Bhè, io e il mio Dottore ci siamo parlati ieri. Dopo il giro visite chiamerà A. Poi io parlerò con la mia solita Dottoressa (???), ma  di che, visto che le terapie non le farò più con lei?
Tra poco il pranzo.
Già non vedo l’ora che arrivi A.
Però il mio Dottore alla mia domanda “come mai spesso cado in basso con i miei eccessi” ha risposto “non lo so”. Eh bhè certo, altrimenti ero sana e non ero qui.
Una del reparto, una paziente, qualche giorno fa m’ha dato delle compresse di carbone attivo: una bomba. Zero stitichezza e pancia piatta. E dire che ho il ciclo. Bisognerà che, uscita da qui, me le procuri in erboristeria.
Ore 12.20 – Finito di pranzare: gnocchi, fettina, patate lesse
Forse al mio Dottore devo dargli retta, del resto è accaduto ciò che lui temeva, ovvero che vedendolo più spesso mi attaccassi di più a lui (io dicevo di no e lui diceva di si). Le psicoterapie del CSM di *** si fanno la mattina ed io ora, fino al 5 novembre, alcuni giorni della mattina non li lavoro, poi avrò la disoccupazione (spero) e la mattina sarà sempre libera.
Proviamo?...che ho da perdere? (…) Ad ogni modo è sempre la stessa storia: esco dall’ospedale con mille buoni propositi e poi…baratro. Anche stavolta sto idealizzando il mio rientro??? Resta il fatto che, ovunque io sia, il mio problema è la realtà, più ne sto a contatto e più ci sto male. Io ho dei problemi e con questi ci devo convivere.
Sarà un vero peccato non vedere più il mio caro Dottore…
Cena: una rustichella del bar (che nomi da Autogrill che hanno però ‘sti panini…)"


...di nuovo, perdonate le frasi contorte e, forse, prive di senso e i continui pensieri contraddittori... Certo, prima di pubblicare potevo rivederli, correggerli e magari ometterli, ma avevo paura che poi avrebbe perso di significato l'essenza stessa del diario e di me, visto il luogo in cui mi trovavo e le condizioni in cui scrivevo. 


"All Tomorrow's Parties" The Velvet Underground (The Velvet Underground & Nico) - 1967


2 commenti:

  1. ho visto la tua libreria e ho letto le trame di quasi tutti i libri...... hai buon gusto! io la solitudine dei numeri primi lo stavo leggendo ma mia zia me l ha fatto interrompere per paura di nonsocosa=(

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  2. La Solitudine dei numeri primi è un libro tranquillo; te lo potrei raccontare ma poi ti toglierei il gusto di leggerlo qualora lo vorrai finire. Sinceramente a me non è piaciuto...
    Gli altri li ho scelti per il tema trattato (son quasi tutte storie vere) e come avrai notato, la maggior parte, richiamano i disturbi mentali. Alcuni di loro mi hanno lasciato un segno e altri mi hanno insegnato qualcosa. Leggere è proprio bello!

    RispondiElimina

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