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martedì 12 gennaio 2010

1 - Frammenti di diario

"(...)
Ore 21.40 circa - sempre a casa
…non gira bene, non so bene il perché ma non gira affatto bene…manca qualche dente oppure ce n’è uno di troppo, il movimento sta per incepparsi e forse si romperà presto. E’ troppo tempo che gira incastrandosi, ma mai nulla di…serio? E’ proprio carina questa cosa, mi fa sorridere se penso che la Dottoressa qualche seduta fa aveva definito il lavoro di psichiatra come “meccanico”, in effetti è così. Il cervello è un meccanismo, complesso. Se è danneggiato ci vuole del tempo per ripararlo, se si sa come ripararlo. E se il pezzo danneggiato non può essere sostituito? E se anche riparato non funziona bene? E se manca qualche pezzo? E se la mancanza non può essere colmata? Metafore a parte io ora è così che mi sento, come se mi stessi per inceppare, rompere…per sempre. Non riesco ad andare avanti, né indietro, sono ferma, incantata, suono la stessa nota, da giorni, settimane, ipnotizzata dalla Voce, la Presenza Negativa mi fa da ombra. Sono tra due mondi il mio e quello ritenuto reale. Non so che fare, sinceramente sono molto preoccupata perché mi sento con metà piede fuori da un burrone, forse non troppo alto tanto da segnare la mia fine, oppure si, il fondo non lo vedo. Dipende da come cadrò, da quanto urterò durante la caduta, da quanta velocità prenderò prima dell’impatto…e se durante questo volo riuscissi ad atterrare sopra qualcosa di soffice?...continuo con le metafore, staserà mi sento poetica, le frasi mi vengono così (mi domando se abbiano un senso).
Che incubi avrò questa notte? Tra poco stacco, inizio a sentir sonno, il sonno chimico che tanto adoro perché placa tutto, anche se, per pochi istanti i peggio pensieri fanno una sosta nel mio cervello: pensieri di abbandono, solitudine, mancanze varie, brutti ricordi…
Sarà così pure quando avverrà la mia fine, oppure in quel caso il “sonno” chimico mi metterà paura? Avrò tempo per pensare alla paura? La paura farà in tempo a prendermi? Chissà se potrò dare una risposta a queste domande…Vado a letto, questa volta pensando ai miei due cari Dottori…"




"The sound of silence" Simon & Garkunkel - 1966




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